Notizie Radicali
  il giornale telematico di Radicali Italiani
  lunedì 04 aprile 2005
 Direttore: Gualtiero Vecellio
Sessantaduemila lavoratori (undicimila extracomunitari) lavoratori in nero. 130 milioni di donne vittime di mutilazioni genitali femminili. Due non notizie: non sono glamour e divertenti…

di Gualtiero Vecellio

Ci sono notizie che per ragioni “misteriose” sembrano condividere il destino dei radicali: sono silenziate, forse, chissà, non sono sufficientemente glamour, non sono “divertenti”, e dunque chi decide cosa mettere in pagina e cosa no, non le ritiene interessanti.

 

Due esempi di queste notizie “silenziate” perché poco “divertenti”. La prima riguarda gli extracomunitari nel nostro paese. E’ stato calcolato che costa circa un miliardo di euro, il lavoro nero scoperto dagli ispettori dell’INPS nel 2005. Su un totale di 73mila aziende sottoposte a ispezione, il 78 per cento risulta abbiano assunto irregolarmente dipendenti. Il totale degli addetti in “nero” scoperti è di circa 62mila persone, 55mila dei quali completamente sconosciuti all’INPS. Di questi 55mila, 11mila sono extracomunitari. Il totale delle contribuzioni evase l’anno scorso è stato appunto stimato in circa un miliardo di euro.

 

Seconda notizia “silenziata” perché non glamour: le mutilazioni genitali femminili. Questa orribile pratica è riscontrabile in ben ventotto paesi africani e in alcuni stati asiatici, ed è stato calcolato che riguardi circa 130milioni di bambine e di donne. Da poco è stato pubblicato un volume, Corpi e simboli, curato da Aldo Morrone e da Pietro Vulpiani, che fornisce una quantità di dati inediti, frutto di scrupolose ricerche e ricostruisce il contesto storico, medico, giuridico, socio-antropologico del fenomeno. Un libro dedicato a “Marian e a quante come lei hanno deciso di percorrere la difficile e tortuosa strada dello scardinamento delle norme e dei valori cruenti imposti da certe tradizioni culturali, per la determinazione ad offrire un futuro più sicuro alle proprie figlie”.

 

La persistenza di queste pratiche dall’epoca pre-cristiana e pre-islamica fa ben capire la complessità di motivazioni  derivate da “un imperativo etico ancestrale che ne perpetua l’esistenza”. Quella delle mutilazioni genitali femminili è una tragedia favorita dalla scarsa ricerca e da una cattiva informazione che non fa luce sulle vere dimensioni del problema; e non è, o non sarà, “solo” un problema africano o asiatico, dal momento che sempre più consistenti sono le presenze di extracomunitari, in Italia e negli altri paesi d’Europa. Si scontano ritardi, indifferenza, incomprensione. Eppure il problema – reso ancora più drammatico dalle sue dimensioni – c’è, anche se televisioni e giornali fanno del loro meglio per ignorarlo.

 

E per oggi fermiamoci qui. Quando si denuncia un’informazione che contrabbanda e vorrebbe convincere che si vive in un mondo simile al salotto di Maria De Filippi o da “Grande Fratello”, si vuol dire proprio questo: un’”informazione” attentissima e sensibile a qualunque sciocchezza che riguardi la casa reale britannica, ma che ignora sistematicamente i problemi reali, le tragedie che si consumano non solo in Darfour o in Cecenia, ma anche a casa nostra.

E’ giunto il tempo di reagire e di chiamare a raccolta contro questo modo di fare “informazione”. E dalla quotidiana cronaca un altro “piccolo” ulteriore esempio: pare che l’assassino della povera ragazza di Genova sia italianissimo, un nostro compatriota. Per giorni abbiamo puntato l’indice contro i magrebini e gli extracomunitari. Come tante altre volte, del resto, come dei piccoli Borghezio o dei Calderoli qualunque…